Io non ho voce

zinga produzioni / Meditfilm

Io non ho voce - tra cinema e teatro
La pazzia non esiste, non è una malattia e non la si trova in nessun libro di patologie mentali. La depressione invece è un fenomeno tipico di tutte le società moderne e spesso chi ne rimane affetto diventa un incompreso, trattato con misericordia e compassione oppure con indifferenza, raramente con comprensione. A un amico meravigliato dal numero di persone “senza voce” che vagabondavano per il mio paese risposi che qui loro non sono solo dei numeri, vivono nella collettività anche se non ne fanno parte pienamente. Lontani dal comprendere il senso di questa civiltà, dei suoi ritmi, le esigenze e la storia, guardano il mondo con una soggettiva diversa. Nei grandi centri urbani, dove invece non può esistere lo stesso coinvolgimento e libertà, “chi non ha voce” resta persino sigillato in casa. Di tanto in tanto, quando i due mondi si confrontano, ci sorprendono con virtuosismi tecnici, ragionamenti avanguardisti e dimostrando piena coscienza del proprio stato di disabilità psichica e del loro malessere. Qui io racconto le storie di vite emarginate sospese alla ricerca perduta di caffè e sigarette, dialoghi realmente avvenuti, presunti o immaginati, nel mio borgo o in quello di qualunque altro posto sulla terra.

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